QUÈL
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In una mattina
uggiosa e soleggiata, dove le passere volavano al contrario, tu con la tua voce sverginata mi dicesti con fare onorario: QUÈL ! Il mio cuore si verse, il pisello mi si aperse Feci un salto e mi sfartellai contro il muro mentre tu mi facesti vedere il culo Tu a cotanta vista dicesti: Che merlo! E io: Attendi, in azion dovrai vederlo! Gli inserii il mio tavèl dentro cotal vagina che già tanti useil aveva preso da bambina ! Lei disse AAHIII! E Mé: Ma cua sèt dre dir? E lei: Il tuo uslon al par an tir! |
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